Jammer


I jammer (detti anche disturbatori o paralizzatori) sono apparati elettronici che trasmettono onde radio per impedire il funzionamento di telefonini, radiocomandi, microspie GSM, apparati WiFi, GPS, sensori antifurto wireless, combinatori telefonici GSM, telecamere wireless per la videosorveglianza, apricancelli, apriportiere, ecc.

Per fare un esempio di come funziona un jammer immaginiamo due persone che parlano in una stanza. All'improvviso qualcuno accende uno stereo ad alto volume. Le persone continuano a parlare (trasmissione) ma non riescono più a sentirsi (ricezione). I jammer sono quindi apparati che disturbano le sezioni radioriceventi di altri apparati.

I jammer sono contrasto con le norme di europee compatibilità elettromagnetica (EMC) rif. DLGS 269/2001 che recepisce la direttiva UE 1999/5/CE. Risposta all'interrogazione parlamentare E-2651/2002 sui jammer:
"Le ricerche svolte dalla Commissione indicano che attualmente negli Stati membri non è consentito bloccare la ricezione e l'emissione di segnali radio sulle frequenze della telefonia mobile. Benché la Francia abbia adottato una legge che prepara il terreno all'impiego di sistemi di inattivazione, non esistono ancora regolamenti tecnici di applicazione che permettono di utilizzare legalmente tali dispositivi ( jammer GSM n.d.r.). La Commissione è a conoscenza del fatto che sistemi di inattivazione jammer sono attualmente disponibili in commercio, in particolare tramite Internet. Tali prodotti sono illegali e gli Stati membri sono quindi tenuti a prendere provvedimenti in proposito a norma di quanto disposto dalla direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 3 maggio 1989 per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica o dalla direttiva 1999/5/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 1999 riguardante le apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della loro conformità.  Come indica la risposta all'interrogazione scritta P-2753/02 dell'onorevole Caullery, la Commissione non ritiene che l'inattivazione sia la soluzione adeguata per risolvere la questione dell'uso inappropriato dei telefoni cellulari. La Commissione non intende pertanto presentare proposte legislative volte a legalizzare l'uso di sistemi di inattivazione di tipo jammer." 31/10/2002 Commissario Liikanen.

I jammer non correttamente usati possono creare problemi.
Facciamo l'esempio di un jammer all'interno di un ambiente adiacente la pubblica via: è molto probabile che venga inibita anche un'area pubblica. Ipotizziamo un grave incidente stradale in quella zona. L'impossibilità di usare i cellulari per chiamare il 118 potrebbe avere gravi conseguenze. Utilizzare scorrettamente un jammer comporta il rischio di violare l'articolo 340 del CP (interruzione di servizio di pubblica necessità) e l'art. 617bis del CP (installazione di apparati per impedire comunicazioni a distanza). Va segnalata tuttavia la sentenza della Cassazione 39279/2018, che ha statuito che l'installazione di un jammer nel proprio ufficio o nella propria abitazione per difendersi dalle intercettazioni non è reato. I jammer possono infatti costituire un efficace scudo contro microcamere WiFi, microcamere 4G, microspie GSM, ecc. Negli autoveicoli possono invece disattivare le tecnologie investigative più utilizzate in assoluto: i localizzatori satellitari GPS.

Propagazione elettromagnetica.
Può succedere facilmente che l'area di inibizione del jammer si espanda solo in determinate direzioni (causa riflessioni, ostacoli ambientali e lobi di irradiazione delle antenne), raggiungendo aree impreviste. Bisogna quindi individuare la giusta potenza, la giusta antenna e la giusta collocazione del jammer in funzione del segnale che si vuole inibire e degli ostacoli circostanti. Ad es. ipotizziamo un jammer con 40dBm di potenza effettiva irradiata sulla gamma B1 2.1GHz: se il segnale della BTS di telefonia mobile aumenta da -89 a -70 dBm RSSI, il raggio di azione del jammer risulterà circa dimezzato. Risulteranno meno compromessi anche il SINR (rapporto segnale/rumore) e l'RSRQ (qualità del segnale ricevuto). Quindi una differenza di segnale pressochè insignificante nel normale uso di un cellulare (al punto che non è neppure individuabile guardando le classiche tacche del segnale) ha invece un impatto enorme sulle prestazioni di un jammer. Ecco perchè ad es. un jammer collocato al piano terra di un edificio (dove il segnale di telefonia mobile di solito giunge più debole) ha una portata maggiore. Mentre lo stesso jammer collocato al secondo piano dello stesso edificio (dove il segnale di telefonia mobile di solito giunge più forte a causa dell'altezza) ha spesso una portata inferiore. Non è un jammer malfunzionante ma si tratta di principi elettrofisici.

Le soluzioni anti-jammer si basano su due strategie: rendere un sistema elettronico immune al disturbo del jammer oppure dotare un sistema elettronico di un circuito che rileva la trasmissione di un jammer e attua delle contromisure.
I jammer sono un argomento tabù per chiunque venda sistemi di sicurezza wireless (soprattutto se diffusi sul mercato, quindi con caratteristiche tecniche ben note anche ai malintenzionati). L'efficacia delle soluzioni anti-jammer è molto variabile perchè dipende da potenza e qualità del jammer, gamme radio, ostacoli ambientali, distanze, antenne, configurazione dell'impianto e tipo di comunicazione da inibire (GMSK, 4G, WiFi, OOK, FSK, portante fissa modulata, spread spectrum, NB, UNB, nbLTE, ecc.). Non si salvano neppure le diffusissime telecamere wireless IP, che di norma sono connesse tramite WiFi locale o WLAN ad hoc. La vera immunità ai jammer si ottiene con sistemi via cavo o con soluzioni wireless non convenzionali. In alcuni impianti di sicurezza high-end si tornano a vedere soluzioni prive di standard commerciali (es. moduli a 30 o 43Mhz, la vecchia banda TV, i trasmettitori video in gamma 1.2Ghz, le soluzioni ibride wireless-cavo, i segnali video su twisted-pair, le onde convogliate e le trasmissioni monodirezionali in centrale). Mentre non c'è traccia di sistemi wireless omologati e bidirezionali come i 433/868MHz, i 2.4/5.8Ghz, le reti WiFi e le centraline GSM/4G. Si tratta di soluzioni costose perchè comportano una progettazione e il ricorso ad apparati artigianali o comunque di nicchia.

Con l'art. 2 commi 4 e 5 e allegato 1 del DLGS 269/2001 (recepimento della direttiva UE 1999/5/CE sulla compatibilità elettromagnetica), l'Italia ha mantenuto una porta secondaria aperta per chi deve usare radiotecnologie non conformi CE/EMC.
Ad es. apparati radioelettrici in uso nelle attività militari, apparati radioelettrici avionici (anche aviazione civile), alcuni apparati radioelettrici marittimi anche civili, strumenti radio per la ricerca e per i collaudi in ambito militare, kit elettronici e apparati sperimentali utilizzati dai radioamatori (inclusi apparati commerciali modificati dai radioamatori anche per le comunicazioni via satellite), tecnologie radioelettriche impiegate nell'ambito delle indagini penali o per mantenere l'ordine e sicurezza (es. tecnologie investigative), sistemi ad onde radio per la gestione del traffico aereo (anche civile), ecc. E' quindi ragionevole supporre che l'art. 2 copra gli utilizzi leciti dei jammer. Un esempio è il jammer multibanda che viene attivato dagli artificieri dell'esercito prima di avvicinarsi a ordigni sospetti.



Alcune fake sui jammer che circolano online:

'I jammer non possono disturbare la gamma radio 5.8Ghz.'  Da anni ci sono jammer che disturbano anche questa gamma.
'I jammer possono disturbare una sola gamma radio.'  I modelli più potenti possono disturbare fino a 14 gamme radio contemporaneamente.
'Gli antifurto wireless doppia banda 2.4-5.8Ghz o 433-868Mhz sono più sicuri.'  I jammer 'Lojack' possono inibire contemporaneamente tutte queste bande senza difficoltà.
'La portata di un jammer è di pochi metri, quindi deve essere vicino alla centralina da inibire e nel frattempo l'allarme è già partito verso la centrale.'  Spesso è vero per i jammer cinesi low-cost intorno ai 30dBm di potenza irradiata. Mentre le distanze possono essere ampiamente superiori (anche 20-30 metri) con jammer di qualità intorno ai 35-40dBm irradiati su ogni gamma.
'Le centraline 2G/4G con SIM card fanno in tempo ad inviare l'allarme dopo che è stato attivato un jammer.'  L'invio non avviene quasi mai perchè le comunicazioni su rete mobile possono iniziare solo dopo un dialogo preliminare bidirezionale rete-terminale (SDCCH assignment, SR service request, AC autentication ciphering, TCH/SACCH assignment, ecc.) che viene inibito dal jammer.
'Le nuove centraline 4G NbIOT sono più sicure delle vecchie centraline GSM.'  L'NbIOT opera spesso sulla banda 20 (850MHz) dove i jammer normalmente hanno il massimo rendimento. Inoltre il fatto che l'NbIOT operi su canali radio più ristretti (per migliorare la penetrazione fra ostacoli) non impedisce al jammer di disturbare il canale di controllo BCCH e lo spettro adiacente.
'I jammer sono poco efficaci sulle gamme 4G.'  Questo è spesso vero per chi acquista un jammer puntando al risparmio e senza avere adeguate conoscenze. Le frequenze radio 4G sono numerose e spalmate su uno spettro che parte da 700Mhz e arriva a 2.6Ghz. A questo si possono aggiungere anche degli imprevisti: ad es. da qualche mese un paio di operatori hanno iniziato ad usare la banda 28 del 5G in multiplex anche per il 4G. Questo per contrastare i cronici sovraccarichi delle bande 4G, aggravate dall'introduzione del VoLTE e dell'NbIOT, e il mezzo flop del 5G (ad oggi con ampie porzioni di bande semi-inutilizzate). Ma molti jammer progettati per inibire il 4G non coprono i 700Mhz della banda 28. Quindi nelle aree dove prevale l'RSSI della banda 28 può sembrare che il jammer non funzioni più.





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