Le norme GDPR e le piattaforme
WEB per il cloud GPS tracking
Questa pagina è rivolta alle figure assoggettate
al GDPR (aziende,
professionisti ed enti che offrono beni e
servizi a terzi). I privati cittadini che
usano dei localizzatori satellitari in ambito
domestico, o comunque per motivi confinati nella
loro sfera privata e personale, non
sono assoggettati al GDPR ('household
exclusion provision' art. 2 lett. C).
Quanto incidono le norme europee GDPR (trattamento
dei dati personali) sulle
piattaforme WEB per il cloud GPS tracking
e sui webserver che ospitano le
piattaforme per la geolocalizzazione?
|
I controlli elettronici
degli spostamenti delle persone sono
considerati dal GDPR 'trattamento di dati
personali' quando vengono
effettuati da aziende,
professionisti ed enti.
Da qui
scaturisce un obbligo connesso al
GDPR:
aziende, professionisti ed enti
devono utilizzare delle piattaforme
WEB per il tracking satellitare GPS
installate su webserver residenti
all'interno dello Spazio Economico
Europeo.
|
In massima sintesi il GDPR vieta che
i dati personali (nella fattispecie
le posizioni satellitari GPS)
vengano archiviati in luoghi del
mondo dove non vigono i diritti e le
tutele del GDPR.
Sono ammessi anche webserver
extraeuropei, purchè residenti in
nazioni dove vigono diritti e tutele
conformi al GDPR europeo (artt.
45-46 GDPR). Es.
Argentina, Israele, Svizzera,
Australia, Nuova Zelanda, Canada,
Giappone, Uruguay, Corea del Sud e
alcuni stati minori. E'
inclusa anche l'Inghilterra, che
però nel 2022 ha dichiarato di voler mettere in
atto una sua 'Data Reform Bill'
meno complessa e meno penalizzante
per le imprese rispetto al GDPR. E
sono inclusi anche
gli USA, in virtù dell'accordo 'Data privacy framework'
firmato nel luglio 2023 con
l'Europa. Ma il resto del mondo 'non-GDPR',
fra cui Cina, Brasile, India,
Russia, Messico e nazioni del
sud-est asiatico, dispone
complessivamente di circa il 60-70% delle
risorse informatiche globali e
produce circa l'80-85%
dell'elettronica di consumo globale.
All'atto pratico il problema
potrebbe sorgere
quando una persona, che è stata
controllata con un localizzatore
satellitare GPS,
viene colta dal dubbio che alcuni aspetti connessi al GDPR
non siano stati
rispettati.
|
In questo caso
la persona controllata può esercitare il
diritto di cui all'articolo 15
GDPR comma 1 lett. C inoltrando una
raccomandata o una PEC a chi ha
effettuato il controllo. Cioè al titolare del trattamento
dati personali previsto dall'art. 4
del GDPR. In molti casi casi è un'azienda che controlla la sua flotta di
veicoli aziendali tramite GPS. Questa
richiesta
obbliga l'azienda a
fornire alcune informazioni entro 30
giorni. L'informazione più importante è
l'ubicazione del
webserver nel quale è installata la piattaforma WEB. La
persona che è stata controllata nei
suoi spostamenti potrà quindi
verificare se i dati delle tracciature GPS che
la riguardano sono rimasti dentro
dentro lo Spazio Economico Europeo
(o
in altri luoghi del mondo dove vigono
diritti e tutele conformi al GDPR
europeo).
Potrà verificare inoltre
il livello di sicurezza informatica e il tempo di
conservazione dei dati. La persona controllata
ha anche il diritto di consultare i dati raccolti,
ad es. per verificare il principio
di proporzionalità e minimizzazione dei
controlli nella sua sfera privata o
per predisporre tesi difensive (artt.
5, par. 1, lett. a, 12 e 15 del
GDPR, rif. provvedimento Garante
290 del 6/7/2023).
Ma spesso le aziende non
dispongono di informazioni sui
webserver e sulle piattaforme
GPS. Quindi non sono in
grado di rispondere. Oppure
dispongono di informazioni
frammentarie desunte da
semplici servizi online di
tracciatura degli IP. Ne
consegue il rischio di
contestazioni e sanzioni. |
La questione dei server extraeuropei
utilizzati dalle aziende che
controllano le loro flotte è nota dal
2018. Ma solo in tempi recenti ha
assunto una certa consistenza.
Conviene utilizzare un fornitore di
servizi per la geolocalizzazione che
sia in
grado di comunicare dov'è ubicato
fisicamente il webserver, chi lo
gestisce, indirizzo e nominativo
della struttura che lo ospita,
criteri e livelli di sicurezza,
requisiti 'privacy by design -
privacy by default' art.
25 GDPR. Ma tutto questo ha
un costo. Perchè creare e mantenere
un webserver per la
geolocalizzazione in Europa, che sia
il più possibile conforme ai
complessi requisiti del GDPR e alle
soffocanti limitazioni imposte dalle
direttive europee, è un lavoro
impegnativo e oneroso.
Approfondimenti dello Studio Legale Cataldi
sul tema...
Il nostro blog.
Vedi...
Altre pagine
connesse
all'argomento:
Scoprire un
localizzatore GPS
nascosto sotto ad un
veicolo.
Vedi...
Scoprire se siamo
pedinati con un
localizzatore GPS.
Vedi...
Costruire un
basilare localizzatore
GPS di emergenza in un
minuto.
Vedi...
Cos'è il Geofence GPS e quale utilità può avere?
Vedi...
Doppio localizzatore
GPS: una soluzione
antifurto efficace.
Vedi...
|
|
|